GIORNO DELLA MEMORIA
Si Commemora il 27 gennaio una delle pagine più tragiche che la
storia ricordi; una espressione di cieca crudeltà che rappresenta
ancor oggi un inaudito crimine contro l'Umanità: la persecuzione ed
il sistematico sterminio del Popolo ebraico; un vortice di follia e
di sangue nel quale furono inghiottiti anche tanti cittadini
italiani perfettamente integrati nella Società e, spesso, di
riconosciuta levatura sociale e culturale, i quali subirono
dapprima l'umiliazione della brutale ed ingrata esclusione dalla
vita pubblica, con le leggi razziali del 1938 e successivamente,
man mano che la guerra in corso precipitava nel suo epilogo
disastroso, la deportazione, la prigionia e la morte.
La data è simbolicamente legata all'anniversario dell'abbattimento
dei cancelli di Auschwiz da parte delle truppe
sovietiche, che rivelò al mondo intero tutta l'efferatezza e
l'orrore di quella che, nel sogno malato e delirante di una società
impazzita, era stata definita la "soluzione finale"; ossia la
eliminazione pianificata, perseguita con scientifica meticolosità,
della
idea
stessa dell'ebreo, fino a cancellarne persino la radice storica
più remota come taluni approfondimenti recenti hanno messo in luce.
L'atroce turbamento che ci assale rivedendo le immagini
documentarie o ascoltando le testimonianze di quel terribile
periodo è però alleviato dal ricordo di coloro, e furono tanti,
che, pur appartenendo a orientamenti o a nazioni diversi, si
opposero al progetto di sterminio, nascondendo, aiutando,
proteggendo i perseguitati, salvando molte vite ed esponendo la
propria a gravi rischi di spietata ritorsione.
Tra queste persone non si può non ricordare il Commissario di
Polizia e poi ultimo Questore italiano di Fiume, Giovani Palatucci.
Un eroe che pagò con la vita l'aiuto fornito per organizzare la
fuga di deportati ebrei. Palatucci mori a soli 36 anni nel campo di
sterminio di Dakau.
Da tempo, il Ministero dell'Interno, nell'evidenziare l'elevato
valore morale e civile del "Giorno della Memoria", ha sottolineato
l'opportunità di promuovere e programmare iniziative e momenti di
riflessione sul territorio nazionale.
Dal 2006 la commemorazione ha assunto, in ambito internazionale, un
rilievo ancora maggiore, in quanto la ricorrenza del 27 gennaio,
già ufficialmente celebrata da alcuni Paesi, è stata riconosciuta
dalle Nazioni Unite quale "Giornata internazionale delle vittime
dell'Olocausto".
La risoluzione, presentata dallo Stato di Israele e sottoscritta da
altri 89 Paesi, invitava gli Stati aderenti a intraprendere
programmi educativi per far conoscere alle giovani generazioni gli
orrori del genocidio affinché condannino ogni manifestazione di
intolleranza e discriminazione basata sull'origine etnica e sulla
religione.
Questi principi, già da tempo acquisiti nella coscienza del Popolo
italiano attraverso la nostra Costituzione, nata all'indomani di
quei tragici eventi, non saranno mai abbastanza ricordati,
riaffermati e propugnati per allontanare e bandire ogni sentimento
che si nutra del pregiudizio verso l'altro e alimenti impulsi
che dividano le genti invece che unirle.
La complessità delle nostre società, sempre più aperte e
contraddistinte dalla coesistenza di varie etnie, deve quindi
costituire una risorsa, un elemento di aggregazione e non di
diffidenza, di inclusione e non di separazione.
"Historia magistra vitae". Ricordare e commemorare non può
essere però finalizzato solo a "non dimenticare".
Se è vero, come è vero, che la Storia è maestra di vita, la lezione
del passato deve essere di monito all'agire presente, soprattutto
per le giovani generazioni: gli uomini e le donne del domani.
Ciò deve costituire un impegno civile per tutti noi in quanto
cittadini, padri e componenti delle varie espressioni della Società
e segnatamente per coloro che sono chiamati, per responsabilità
istituzionale, a favorire la coesione sociale ed a sostenere i
valori fondanti della Repubblica.
Maria Patrizia Paba Prefetto di Modena
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